(03.03.2018)
Davide Pirroni ha  28 anni e vive a Verona. Racconta: “Sono stato in affido per 13 anni. Un percorso iniziato quando ne avevo 3. Quando mi hanno trasferito da una famiglia all’altra, ero sbigottito, perché mi ero affezionato alla famiglia che mi aveva accolto. Per un certo periodo sono anche rientrato nella mia famiglia di origine, ma non è stato positivo. Così a 12 anni sono stato accolto da una nuova famiglia, con la quale mi sono trovato molto bene. Mi hanno trasmesso valori, mi hanno saputo ascoltare e dare fiducia. Per questo, restano il mio punto di riferimento”. Dalla sua storia Davide trae una lezione fondamentale per chi si occupa dei minori in affido: “Ascoltate quello che noi ragazzi abbiamo da dirvi”.

Anche Nancy Ama Okwaby, 29 anni, viene da Verona e per 14 anni è stata in affido. Oggi lavora presso un ente bancario e sta completando gli studi universitari in Scienze politiche-Relazioni internazionali. “Per me – ha dichiarato – l’ingresso nella famiglia affidataria è stato scioccante e creare una relazione affettiva difficile. Ho mantenuto costantemente i rapporti con la mia famiglia di origine, ma ricostruire la relazione con mia madre non è stato facile. Anche il periodo dell’adolescenza è stato complesso. Sono nata in Italia e la mia famiglia affidataria era italiana, ma io sono di origine africana. Così nell’età critica non riuscivo a capire chi ero. Solo in seguito ho capito la positività di questa esperienza e tuttora ho un ottimo rapporto con i componenti della famiglia affidataria, mi confronto con loro per qualsiasi scelta.Mi hanno aiutato a crescere e a credere in me stessa.Sono riuscita a recuperare anche il rapporto con mia madre”.

Sono due tra le tante testimonianze raccolte nel volume “La continuità degli affetti nell’affido familiare”, pubblicato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con i 29 Tribunali per i minorenni e le relative procure, presentato giovedì 22 febbraio a Roma nella sede del Cnel.

Obiettivo della pubblicazione e dell’incontro: raccontare lo stato di attuazione della legge 173 del 2015 sulla continuità affettiva. Per far questo, l’appuntamento ha dato voce anche a ragazzi che hanno vissuto il percorso dell’affido, a famiglie affidatarie, ai presidenti di alcuni Tribunali per i minorenni, a esperti, ad associazioni e alla prima firmataria della legge, Francesca Puglisi.

Il volume contiene i dati in possesso dei Tribunali italiani a proposito dell’applicazione della legge sulla continuità affettiva, interviste ad alcune famiglie affidatarie e una serie di raccomandazioni dell’Autorità garante a servizi sociali, Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali, Anci, autorità giudiziarie e al Ministero della Giustizia. “La ricerca – ha affermato la garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano è un punto di partenza, perché il nostro obiettivo è monitorare l’effettiva implementazione delle nostre raccomandazioni e stimolare comportamenti virtuosi e prassi omogenee in ambito nazionale”.

Un un lavoro che s’inserisce in un disegno più ampio, che ha portato l’Autorità garante a occuparsi dal 2017 delle “fragilità”.

Laura Laera, vice presidente della Commissione per le adozioni internazionali, coordinatrice del gruppo di lavoro che si è occupato della ricerca e già presidente del Tribunale per minorenni di Firenze, ha spiegato che “un tempo adozione e affido correvano lungo binari paralleli”, mentre “la nuova legge introduce un principio di preferenza per gli affidatari, sempre che corrisponda al bene primario del minore”. “Il grande merito di questa legge – ha sostenuto – è stato codificare e promuovere il cambiamento culturale non solo nel mondo degli operatori, ma nelle famiglie”.

Ma quali sono i dati sull’affido in Italia? Non abbiamo un sistema informativo tempestivo sui dati riguardanti l’affido. Il ministero ha lanciato un’indagine campionaria e la rilevazione arriva al 31 dicembre 2016”, ha ammesso Raffaele Tangorra, della Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per il quale un dato è chiaro: “In Italia non è esploso il fenomeno dell’allontanamento dei minori dalla famiglia. I numeri sono gli stessi da venti anni:al 31 dicembre 2016 i bambini in condizione di allontanamento sono stati circa 26mila,proprio come nel 1999. Solo nei primi anni 2000 c’è stata una piccola crescita fino a 30mila allontanamenti. Attualmente sono 14mila i ragazzi in affido e 12.600 i collocamenti in comunità”.


Rassegna stampa:

23/02/2018 | Adozione e affidi. Ecco perché la legge sulla continuità degli affetti non funziona | Avvenire.it

22/02/2018 I Continuità affetti e affido familiare, il punto sulla legge I Agevolando.org

22/02/2018 | Continuità degli affetti: dopo due anni ancora mancano prassi omogenee | Vita.it

22/02/2018 | Affido familiare: le raccomandazioni del Garante: «importante la continuità degli affetti» | Toscanaoggi.it

22/02/2018 | Affido: Garante infanzia e adolescenza, “nell’interesse dei minori garantire la continuità degli affetti”. L’esperienza di ragazzi e famiglie | SIR

22/02/2018 | Affido familiare: Garante infanzia e adolescenza, “importante la continuità degli affetti” | SIR

22/02/2018 | Affido familiare: Garante infanzia e adolescenza, i cambiamenti sociali “non sono passati inosservati al legislatore” | SIR

22/02/2018 | Affido familiare: Garante infanzia e adolescenza, un questionario per conoscere prassi e orientamenti dei Tribunali per i minorenni | SIR

22/02/2018 | Affido familiare: Garante infanzia e adolescenza, “una realtà tra luci e ombre, tra buone prassi e progetti meno definiti” | SIR

22/02/2018 | Affido familiare: Garante infanzia e adolescenza, ai servizi sociali “preparare a un percorso di accoglienza ampio e flessibile” | SIR

22/02/2018 | Affido familiare: Garante infanzia e adolescenza, ad autorità giudiziarie, “dare al minore continuità relazioni socio affettive” | SIR